Nelle scuole

Formazione in ambito scolastico

Il Centro Studi di Psicodramma e Metodi Attivi vanta una lunga esperienza formativa sia in scuole dell’obbligo sia nelle medie superiori di diverso orientamento. Dal 1999 i suoi interventi si sono indirizzati, da un lato verso la prevenzione di situazioni di rischio per i giovani (uso di alcool, fumo e sostanze psicoattive; cultura dello sballo; ludopatie, cyberdipendenza, ecc.), dall’altro verso l’elaborazione di problematiche relazionali e personali (bullismo, educazione affettiva e sessuale, disordini alimentari ecc.). Interventi nelle scuole 2000-2017
Gli interventi di formazione nelle scuole, condotti con approccio psico-sociodrammatico e con metodologia attiva, sono strutturati separatamente per le diverse componenti scolastiche: insegnanti, genitori, gruppi classe.

FORMAZIONE INSEGNANTI
Si realizzano Corsi di 10, 20 o 30 ore, organizzati a moduli di frequenza su temi quali:
1) La cassetta degli attrezzi: strumenti attivi (giochi di ruolo, sociometria, attività in sottogruppo) per lavorare meglio in classe.
2) Le parole giuste: nuovi modi di comunicare con gli studenti rompendo vecchi copioni.
3) Giochi di gruppo: per creare classi coese e alleviare velocemente tensioni e conflittualità.
4) Il burn out esiste: uno spazio riservato per elaborare difficoltà di ruolo e relazionali con studenti e gruppi-classe.
5) I rapporti scuola-famiglia: comprendere i contesti di provenienza e riuscire a comunicare con le famiglie in situazioni di scarsa condivisione dei valori educativi.
I Corsi sono riconosciuti dall’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia, dell’Emilia Romagna e delle Marche e possono essere finanziati dal contributo economico a fini culturali del MIUR.     

FORMAZIONE GENITORI
Si realizzano Cicli di interventi, preferibilmente in orario serale (3 o 6 incontri di 2 ore ciascuno), su temi educativi riguardanti i seguenti ambiti.
1) I rapporti con i ragazzi: le regole; le mode e i modelli; premi e punizioni; l’ascolto e la comunicazione; il segreto; gli specchi dell’autostima; autonomia e fiducia; ecc.
2) I rapporti scuola-famiglia: perché si sono allentati e spesso risultano cristallizzati su un piano di diffidenza reciproca? Occorre chiarirsi le idee, fare emergere i veri bisogni e produrre proposte costruttive.
3) Gruppi di auto-aiuto: piccoli gruppi di 6-8 genitori, indicati da Associazioni Genitori o dall’Istituto scolastico,  vengono formati al ruolo di facilitatori di gruppi di auto-aiuto su temi educativi, trasmettendo loro le conoscenze di base per la formazione e la conduzione di gruppi di pari, arricchite dall’apprendimento di alcune tecniche attive utili in tali contesti.  

FORMAZIONE GRUPPI-CLASSE
Si realizzano Cicli di interventi, preferibilmente in orario curricolare (3-6 incontri di 2 ore ciascuno), per classi selezionate nelle seguenti aree educative.
1) Interventi di accoglienza per le Classi Prime, impostati su giochi di scambio comunicativo e giochi di ruolo ad hoc, con il coinvolgimento di giovani appartenenti a classi di ordine superiore.
2) La comunicazione efficace: attività psico-sociodrammatiche per sviluppare una maggiore fiducia e conoscenza interpersonale fra gli studenti in classe.
3) Prevenzione di situazioni di rischio: attività sociometriche e giochi di ruolo con scambi interpersonali in grado di valorizzare comportamenti positivi.
4) Difficoltà motivazionali allo studio: esplorazione con metodologia attiva della storia scolastica degli allievi in difficoltà, rottura di cristallizzazioni di ruolo e attivazione di un circolo virtuoso di modelli competenti.
5) Educazione affettiva: sviluppo delle competenze relazionali di etero-percezione e di auto-espressione attraverso attività ludiche di sviluppo della spontaneità e della creatività, centrate sul riconoscimento e il controllo delle emozioni.
6) Piccoli gruppi  trasversali : in situazioni particolari si organizzano piccoli gruppi di studenti (max 8),  scelti trasversalmente in classi diverse, con difficoltà in materie specifiche di insegnamento, ad esempio matematica o lingue straniere, per l’elaborazione comportamentale e cognitiva dell’impedimento psicologico che spesso sta alla base di tali difficoltà.

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